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PROGETTO “UNVEILING”: IL RUOLO DEL BIAS ESTETICO NELLE RED LIST


“È bello ciò che è bello o è bello ciò che piace? Quali sono gli animali che ci attraggono di più dal punto di vista estetico e qual è il ruolo giocato dalla bellezza nella scelta, da parte nostra, di proteggere e salvaguardare certe specie a rischio anziché altre? Il fatto che una determinata forma animale ci appaia bella oppure brutta, disgustosa oppure graziosa, agisce da propulsore, o all’opposto da deterrente, nella decisione di prendersene cura e di mettere in atto strategie di difesa?” Con queste parole viene introdotto il progetto “Unveiling” dal Team dell’Università di Firenze che sta realizzando la ricerca.


Nella foto alcuni esemplari di specie a rischio in Italia: Araschnia levana; Erebia christi (foto di Matt Rowlings - C. Van Swaay); Papilio alexanor (foto di Paolo Mazzei); Euphydryas aurinia.


Abbiamo scelto di condividere questo progetto con voi perché introduce un concetto molto interessante, quello del “bias estetico” applicato alla catalogazione delle specie di lepidotteri (farfalle) a rischio. L’obiettivo della ricerca, infatti, è quello “di studiare ruolo e rilevanza della dimensione estetica per l’ideazione e l’implementazione efficace di strategie di conservazione della fauna a rischio, con particolare riguardo alle specie di farfalle europee.”

Ma cosa vuol dire “Bias Estetico”?

Il progetto è partito da alcuni dati preliminari relativi alle red list (liste rosse di specie in via di estinzione o a rischio) per le farfalle presenti nel territorio italiano ed europeo. Dall’analisi è emerso che, a parità di rischio, erano maggiormente presenti farfalle con caratteristiche estetiche piacevoli all’occhio umano: come ad esempio farfalle di dimensioni più grandi ed esemplari con ali dai colori sgargianti.

Il team ha quindi deciso di capire le motivazioni che potenzialmente vengono prese in considerazione quando si vanno a fare le selezioni delle specie a rischio. È stato così avviato il lavoro sul “Bias Estetico” e questa e la domanda a cui i ricercatori vogliono trovare risposta:

“Qual è il suo peso reale, nelle dinamiche di tutela e conservazione? Siamo più pronti e motivati a difendere quel che sperimentiamo come bello? E, se è vero che anche specie in prima battuta poco appariscenti o esteticamente rilevanti devono, se a rischio, essere sottoposte a piani di tutela, in che modo è possibile agire per la rimodulazione del bias estetico?”

I ricercatori non si limitano solo a questo però, l’obiettivo di “Unveiling” non è quindi solo il riconoscimento e la quantificazione del bias, piuttosto cerca, usando parole loro, “di mostrare tutto il potenziale motivante, propulsore e di collante sociale dell’esperienza estetica, vero e proprio “dispositivo” di cui le strategie di tutela non possono fare a meno se intendono garantirsi reale efficacia. Pur muovendo dal bello (che è comunque solo una delle possibili categorie estetiche), il nostro progetto ambisce quindi a sviluppare un’analisi dell’esperienza estetica intesa in generale (bello, brutto, grazioso, sublime, meraviglioso ecc.) e del suo ruolo per la tutela della biodiversità. Una vera e propria “estetica della conservazione biologica”!”.

Per dare anche noi il nostro contributo, abbiamo deciso di condividere il sondaggio realizzato dal team per raccogliere maggiori dati sul riconoscimento e la quantificazione del bias. Più dati avranno a disposizione e maggiore sarà la possibilità di creare un modello efficace ed efficiente per una nuova selezione delle specie a rischio.

Siete pronti a dare anche voi il vostro contributo a questo progetto di citizen science?

Clicca qui per andare al sondaggio



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